mercoledì 18 gennaio 2012

Una vita spezzata... Ripresa al volo!

LA MIA MOTO UN PEZZI.



IO IN COMA SUL BORDO DI UNA STRADA.



UN'AUTO IN FUGA.



Tutto ebbe inizio una notte di qualche anno fa, quando un'ambulanza mi trovò a terra in un argine, privo di sensi. Trasportato in pronto soccorso, non davo segni di vita e decisero di spostarmi in un altro ospedale. Nei giorni successivi le mie condizioni rimasero gravissime e le speranze che rimanessi in vita erano poche... Inaspettatamente, due settimane dopo ho riaperto gli occhi. Nonostante quell'incredibile ripresa, si accorsero che qualcosa non andava. Allora mi rifecero un esame essenziale e scoprirono che avevo subito anche una lesione midollare: ero così destinato alla sedia a rotelle! Da quell’istante decisi di dichiarar guerra a tutti gli ostacoli clinici, che sembravano scientificamente insuperabili.
Non cerco giustificazioni per me stesso, non l'ho mai fatto... Sono una persona molto ostinata ed esageratamente risoluta, ma quando avrete terminato di leggere la mia storia, mi auguro guarderete con più benevolenza a questo aspetto del mio carattere.



Detto: fatto.
Continuando a stare sempre meglio, andando contro alle previsioni mediche, ho deciso di raccontare del disastroso incidente subito e del mio incredibile recupero, presentandomi attraverso scorci della mia vita: con la speranza di infondere un po' di coraggio a chi come me, ha problemi a deambulare. Questo desiderio mi è nato dopo aver “messo a posto” la testa dai molti danni causatimi dal trauma. Il mio fine è quello di motivare i reduci da traumi cranici, ictus, i malati di sclerosi, parkinson, E NON SOLO... Spiegando loro che non esiste miglior medicina, della propria forza di volontà! Alcune informazioni le avevo scritte nel mio profilo di un social network, per mettere al corrente del tragico evento i miei amici lontani, ancora ignari della situazione. Pian piano tante persone conosciute sullo stesso, hanno cominciato a complimentarsi con me, leggendo alcune di queste note estrapolate dai miei scritti personali e mi hanno così convinto a raccontare non solo del problema medico, ma tutta la mia storia in un libro.
Passati i momenti di vuoto mentale, ho avuto modo di pensare molto al mio passato e di rendermi conto di aver vissuto fino a quel momento un’esistenza davvero colorata. Sono sempre stato attratto da avventure esageratamente folli, ma grazie a tanta fortuna, ho raggiunto molti difficili obbiettivi e consumato in poco più di due decenni delle incredibili esperienze che mi hanno fatto provare delle fortissime emozioni (nel bene e nel male), difficili da percepire nell'arco di una normale vita! Anche se una biografia di solito la scrive una persona che ha trascorso una vita particolarmente intensa, caratterizzata da molti variopinti episodi e durante gli ultimi giorni di questa; io ho deciso di fare altrettanto adesso.
Questo lungo titolo potrebbe dipingermi come un tipo sfacciato: ma quando sono stato ritrovato in coma sul bordo di un canale e dichiarato poi morto in ospedale, la mia vita sembrava frantumata... E dopo esser riuscito invece a riprendere il “VOLO” con le mie gambe, l'ho considerato quello ideale! Mi sono accorto di aver vissuto in modo esageratamente sfrenato fin da bambino, mi bastava ben poco per spassarmela e non ho mai avuto bisogno di crearmi dei mondi immaginari per emozionarmi. Probabilmente crescendo ho esagerato con la fantasia, ma proprio a causa di questa mia insidiosa esuberanza, sarei dovuto esser morto già in diverse occasioni: invece no!



Così con non poche difficoltà, ma sempre circondato da continui incitamenti, ho cominciato a stendere le prime righe. Probabilmente a causa della mia scarsa conoscenza letteraria alcuni pezzi risulteranno a volte strani, oppure accattivanti e magari assurdi... Spero però sempre gradevoli alla lettura, perché ho cercato di seguire una personalissima ispirazione, ogni qual volta forti emozioni stuzzicavano le mie note. Non sono certo un narratore, non posseggo il "TOCCO" della scrittura, uno stile intrepido con il quale strutturare le frasi, o tanta grazia che esce dalla mia penna, ma spero ugualmente di catturare l'interesse di chi si metta a sfogliare questa mia prima esperienza cartacea. Spesso mi ritrovavo davanti ai miei appunti anche controvoglia: di fronte a questi mi immaginavo d'essere un falsario di monete o un affrettato esploratore, che dopo aver scoperto la preziosa caverna di Ali Babà, ne andava portandosi via soltanto solo una miserabile manciata d'argento. A tratti temevo di rivivere delle sensazioni tristi e dolorose, di ripercorrere terrificanti stati d'animo e perché no, di ritrovarmi a riflettere su modi d'essere che oggi non riconosco più miei. Mi accadeva soprattutto quando prendevo sottomano le mie bozze, che rileggevo per la prima volta. Proprio riguardando ciò che avevo già compiuto, notavo un importante significato e un pregio fuori del comune: era impossibile non mi accorgessi di quanto fossi cambiato! Allora prendevo l'occasione di analizzare il mio linguaggio in ogni particolare e di lavorare su di esso con l'occhio dello scultore, immaginando di modellarlo. In primo luogo ho cercato di non lesinare in cancellature, provando solo ad integrare ciò che usciva dalla mia storia.
Ho poi sentito opportuno aggiungere anche alcuni brani PROIBITI, che al principio avevo tenuto da parte poiché, col giusto pizzico di aromi e sapori, la mia mano insicura ha acquistato stile e misura nel corso del tempo. Soltanto quando ero di buon umore e il mio barometro interiore indicava un cielo sereno senza nubi, mi tornavano alla mente alcuni fra i tantissimi aspetti particolari della mia esistenza e non trovavo difficoltà a comporre delle belle frasi. Così mi sforzavo di ripercorrere nell'immaginazione le avventure trascorse e cercavo di prendere appunti dove capitava. Rimuginando poi su quello che avevo composto, spesso mi ritrovavo frenato da insolite confusioni e molti dubbi sulle parole scelte.



Come ho accennato, tutto è partito dal disastroso incidente motociclistico nel quale sono stato coinvolto rientrando dalla mia festa di laurea. Poco prima dell'alba una pattuglia della polizia, avvertita da una telefonata anonima (molto probabilmente fatta dal conducente del veicolo che ha causato lo schianto) mi ha trovato disteso incosciente, sul bordo di un canale, con a fianco il motoveicolo che guidavo. Chiamata l'autoambulanza, sono stato portato con urgenza in pronto soccorso. Il mio quadro clinico è subito apparso molto negativo: mi davano solo qualche ora di vita e non essendoci posto nel reparto neurologico di quel policlinico, mi portarono in un altro ospedale. I miei parenti furono immediatamente avvisati per dar loro la possibilità di darmi un ultimo saluto... Io invece in coma ci sono rimasto anche la mattinata seguente. Al contrario dei mesi previsti in quello stato, ho riaperto gli occhi solo dopo undici giorni. Uscito dal coma, i medici si concentrarono sulla prevenzione di ulteriori danni cerebrali. Ritornato nel policlinico, dopo tre settimane dal mio risveglio, provarono a stimolare i riflessi dei miei arti inferiori, ma non ci fu risposta... A quel punto fui sottoposto ad una seconda Tac e solo allora, si accorsero che i referti fatti precedentemente erano sbagliati: furono individuate una vertebra rotta ed un'altra scoppiata, con fuoriuscita di midollo spinale. Così cominciarono a commentare che se fossi riuscito a recuperare i seri danni cerebrali subiti, sarei comunque rimasto paralizzato in una sedia a rotelle! Ancora non mi è chiaro se il grossolano modo nel quale mi furono svolti i normali accertamenti nel primo ospedale, fosse causato dal pessimo stato nel quale mi trovavo e dalla mia improbabile ripresa... Ma scoprire che non si siano accorti di un danno fisico così severo e urgente, mi fa davvero SCHIFO!
Dopo sei mesi trascorsi in diversi centri medici sono tornato a casa paraplegico in sedia a rotelle, ma non riuscivo proprio ad accettare quella mia condizione. Con molta tenacia, tanta forza d'animo e folle ostinazione, ho cercato in tutti i modi di riuscire ad alzarmi in piedi. In seguito a innumerevoli cadute, derivate da tentativi e prove d'equilibrio sconsiderate (tutte le volte cadevo a terra sbattendo il mento, il naso e i gomiti). Invece di deprimermi mi usciva un acceso SORRISO, perché stavo elaborando una nuova strategia che subito provavo: e alla fine però ce l'ho fatta! Cosa? Roba da supereroi? Se invece non fossi un martire, ma un semplice ragazzo che con un po' di coraggio e tanta fortuna, è riuscito ad andare contro la classica teoria medica? Non voglio certo venir considerato un mostro virtuoso, ma mi piacerebbe esser visto come una piccola e trasparente SPERANZA, per chi vede allontanarsi le proprie chimere.



Desidererei trasmettere alle persone con qualche problema, quanto la forza interiore, la tenacia e l’amore per la vita siano fondamentali... Convincerli che se il destino c'ha piegato, noi possiamo raddrizzarci PIU' FORTI di prima e con entusiasmo! Anche se rischio di apparire a tratti troppo impetuoso, rimango convinto che ognuno debba almeno cercare di battersi, per demolire le barriere e ammorbidire le proprie avversità.
Penso che volersi migliorare sia qualcosa di fondamentale, perché o ci si valorizza, o lentamente si muore... Non importa quanto stretta sia la fessura, o quanto piena di castighi sia la vita: io sono il padrone del mio destino e il capitano della mia anima!



Non faccio il presuntuoso, il tema centrale di questo mio racconto è profondamente penetrante e animoso, certo, ma resto pur sempre una persona normale con innumerevoli difetti. Mi piacerebbe andare oltre alle superficiali e banali aspettative di chiunque: essere visto come un timoniere coraggioso, un paladino panzuto, un clown triste, uno stregone Zulù, o una semplice nuvola leggera... L'ispirazione di tutto questo mio racconto è sorta perché nel tragico scontro ho rotto il cellulare, perdendo i miei contatti telefonici e durante i mesi di ricovero in ospedale, un hacker informatico ha cambiato la password della mia posta elettronica. Appena ho avuto la possibilità di utilizzare un computer, per mettere al corrente del mio drastico accaduto, gli amici sparsi per il mondo che ancora non ne erano a conoscenza, mi sono iscritto ad un social network. Tra le note di questo ho scritto gli appunti più importanti della mia vita, inserendo alcune mie foto... Di vecchi amici ne ho trovati molti, ma qui ho conosciuto virtualmente tante persone che riempiendomi di complimenti mi hanno incitato a raccontare tutta la mia storia. Così nei molti tempi morti tra una terapia e l'altra, ho iniziato a stendere le prime righe. Associando i ricordi, completamente cancellati dal coma ma fortunatamente lentamente recuperati con tanta riabilitazione neuropsicologica e grazie ai racconti delle persone che meglio mi conoscevano, ho potuto ricostruire il mio vissuto: breve, ma costellato da una MIRIADE di eventi straordinari. Fra le rievocazioni rifiorite, alcune erano particolarmente colorate e ricche di immagini. Altre erano solo frammenti ritagliati dal mio passato, visti come spiando dal buco della serratura. Le più presenti erano, stranamente, ricordi di circostanze nelle quali ero stato trascinato involontariamente da altri, in maniera torpida, sonnolenta e quasi irreale, per poi esserne animosamente coinvolto. Nel corso del mio lungo e inverosimile recupero, grazie ai miglioramenti raggiunti, mi sono impegnato seriamente e ho cominciato a buttar giù molte delle strane e simpatiche avventure capitatemi, spogliandomi di quello strano imbarazzo che all'inizio sentivo.



Cominciamo dall'inizio:
Dunque, sono nato e come tutti cresciuto... Arrivando però sulla Terra, in un periodo decisamente stupendo!